Dopo le battaglie del Piave e del Monte Grappa e di Vittorio Veneto.
25 ottobre: In Ampezzo inizia la ritirata austriaca; segue il caos di migliaia di militari in fuga, di veicoli stracarichi di soldati laceri ed affamati, passaggio di sbandati senza disciplina.
4 Novembre: Termina la guerra. Armistizio di Villa Giusti tra Italia e Austria.
7 novembre: Arrivano a Cortina in automobile due ufficiali italiani in avanscoperta; le truppe rioccupano il paese il giorno 10; anche stavolta non si organizzano festeggiamenti; troppe vittime e troppi disastri impedivano manifestazioni di giubilo.
Le conseguenze di guerra in Ampezzo
L’incubo si concluderà dopo 4 anni di massacri. Molte vite umane furono sprecate, senza contare le regioni devastate. La guerra non aveva risparmiato nessuno.
Per Ampezzo si registrarono, 88 caduti in guerra, 10 dispersi, 15 morti civili in Ampezzo, 21 deceduti dopo l’armistizio per ferite e malattie di guerra, in totale 134 morti che lasciarono 25 vedove e 78 orfani; una cifra assai elevata; Notevole fu pure il numero di coloro che tornarono menomati, senza una gamba, senza un braccio o con altre mutilazioni.
Il bilancio della carneficina di questa guerra era spaventoso e difficile da definire con precisione, Gli uomini che ritornarono a casa erano spesso incapaci di riprendere una vita normale dopo tanto orrore.
Nelle zone di battaglia rimasero molti cimiteri. Nel territorio di Cortina d’Ampezzo se ne contarono oltre cinquanta. Nel 1920 la Polizia mortuaria fece una ricognizione per il Ministero della guerra. Nel 1921 le salme dei piccoli e numerosi cimiteri di guerra furono radunate nel “Cimitero degli Eroi del Cadore” in località Fiàmes.
Il 23 luglio 1939 venne inaugurato il Sacrario militare di Pocòl. Accanto a questo Tempio Ossario c’era un progetto per costruire il “Museo della grande guerra”. poi dirottato nel 1999 dal sindaco di allora al “Forte Tre Sassi” in Valparola
I danni di guerra furono ingenti: agli immobili di proprietà comunale; assommarono a 500.000 lire (paga di un operaio: 20 lire al giorno); quelli causati ai pascoli con trincee, strade, scavi, baracche ecc) furono calcolati nel 1921 in lire 227.000. I danni al suolo boschivo si estendevano per ben 2.451 ettari, con un danno totale di 13 milioni di lire.
Un’altra curiosità, nel 1914 in Ampezzo le tasse pagate all’Impero asburgico erano del 7% sul reddito. Nello stresso periodo in Cadore si pagava il 27% al Regno d’Italia.
Recuperanti in Ampezzo
Dopo la guerra si fece dapprima il recupero delle armi e munizioni, poi seguirono la demolizione di baracche e altro legname da ardere, la raccolta degli scheletri, pagati 25 lire l’uno e degli elmetti, 2 lire l’uno, infine il recupero del ferro e metalli vari.
Questi ultimi recuperanti tramandarono lo spirito di ricerca ad altre generazioni, che hanno visto nella raccolta e nel ricordo di quel passato un’opportunità di trasmettere alle generazioni future la conoscenza anche visiva degli oggetti o foto esposti in un museo, come monito affinché queste tragedie non abbiano a ripetersi.
Hanno collaborato al Museo
Il Museo di guerra 1914-18 nasce dalla collaborazione con:
– Il Comitato promotore per la creazione di un Museo di Guerra,
– Il Comune di Cortina d’Ampezzo,
– la G.I.S. Cortina,
– le Regole d’Ampezzo,
– La sovraintendenza dei beni storici e culturali della Regione Veneto,
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