Visita guidata al percorso; « Museo Tre Sassi – Edelweiss Stellung »
Prima tappa: VISITA AL MUSEO DEL FORTE
E percorso inizia con la visita del forte e del museo sito al suo interno. Qui, il visitatore potrà vedere, armamenti equipaggiamenti, oggetti e vestiario originali, utilizzate dai soldati sul fronte dolomitico. Attraverso le spiegazioni di guide esperte, ogni oggetto avrà una sua storia o aneddoto, la visita assumerà così una forma attiva, catturando maggiormente l’attenzione del visitatore. All’interno del forte sarà inoltre possibile visionare filmati originali, e documentari.
Seconda tappa: VISITA DEL PERCORSO BOTANICO
Terminata la visita al museo, il visitatore sempre accompagnato da una guida, potrà percorrere il sentiero botanico, che conduce alle baracche del villaggio austriaco » Edelweiss » Il sentiero che dal forte conduce al villaggio, permetterà di ammmirare, fiori e piante tipici delle dolomiti, e con un po’ di fortuna vedere anche le simpatiche marmotte. La guida lungo il percorso, potrà dare qualche nozione di tipo naturalistico e geologico, nonché spiegare la toponomastica della zona. Data la bellezza del luogo, con giornate di sole i panorami non mancheranno.
Terza tappa: VISITA ALLE BARACCHE DEL VILLAGGIO » EDELWEISS »
Qui il visitatore può, visitare un complesso di sei baracche, interamente ripristinate e allestite come all’epoca, vedere la baracca adibita a cucina, il comando, l’infermeria, e i dormitori. Il sentiero continua attraverso i camminamenti che conducono alla trincea di prima linea, con le postazioni per i fucilieri, e le mitragliatrici. In alcuni periodi dell’anno, (agosto) il villaggio viene « abitato » da Revocatori , (volontari, non sempre presenti) che fanno rivivere il villaggio, inscenando situazioni di retrovia. Il fabbro e il calzolaio come il falegname saranno all’opera, nell’infermeria si può vedere, l’intera attrezzatura dell’ ufficiale medico, mentre le trincee sono presidiate da soldati interamente equipaggiati. Al visitatore sarà data la possibilità di indossare un elmetto, una mantellina e sentire la pesantezza di un fucile, o il peso di uno zaino. Qualche volta quando viene organizzato un evento, si potrà gustare il rancio fatto come all’epoca, o assaggiare il liquore che i soldati bevevano prima di ogni assalto. Sicuramente anche il più profano, dopo un percorso del genere, avrà sicuramente acquisito, un minimo di nozioni, e se non altro provato un’esperienza viva e emozionante. Alla fine del percorso ci si potra dissetare alle sorgenti di acqua pura e limpida che sgorga dalle profondità delle rocce. Attorno alle sorgenti nel 1981 Loris Lancedelli trovò le prime selci Paleolitiche, con punte di freccia, raschiatoi, e lame, trasportate da cacciatori di 7000 anni fa che transitavano in zona. Già allora si abbeveravano a questa fonte. Oltre che cacciare gli orsi e camosci che si presentavano in zona. Le selci si possono ammirare al museo dove sono conservate. Al ritorno si può raggiungere il lago di Valparola, seguendo la Strada della Vena, dove nel passato da Colle di Santa Lucia alla Malga di Valparola venivano trasportati i minerali di ferro estratti dalle miniere del Fursil di Colle di Santa Lucia. Nelle malghe di Valparola il materiale grezzo veniva raffinato e creati lingotti di ferro, mandati al vescovo di Bressanone. Con una breve ulteriore passeggiata si raggiunge il rifugio di Valparola, dove si potrà gustare deliziosi manicaretti. Serviti dalla famoglia Trebo Elio, e la sempre gentile Carmen con figlia Raffaella.
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