Escursione facile; si richiede comunque resistenza fisica. Per la variante Sella Sief ‑ Monte Sief ‑ Col di Lana si presuppone una notevole esperienza di montagna. Per i meno esperti che vogliono visitare il Col di Lana si consiglia di fare il percorso inverso partendo da Pieve di Livinnallongo e di ritornare per il medesimo.
Durata: Ore 4‑5; Variante per il Col di Lana ‑ Pieve di Livinnalongo ore 6‑6.30.
Fra le 4 e 6 ore. (solo andata 2 – 3 ore) Dal Rif. Valparola, m 2168, sul sentiero N° 23, si costeggia a monte il laghetto omonimo finchè, superate alcune trincee (postazione Edelweiss) si arriva ad un prato.
Oppure: Si può partire da qualunque punto dalla strada di Valparola fra il Rifugio e il forte-museo “Tre Sassi” e scendere a valle percorrendo uno dei vari sentieri ben visibili. Si scende per 15 min. fra massi rocciosi fino a raggiungere la postazione Edelweiss, (postazione ricostruita estensione del museo Tre Sassi). Nella postazione stessa, percorrendo un vallo verso destra, si arriva ad una balza dove ci si immette nel sentiero N° 23. Si scende lungo un piccolo ruscello e si arriva sui ghiaioni, lungo il sentiero ci si tiene sotto le pareti dei Settsass, dove si possono trovare alcuni, ormai rari, esemplari di licopòdi (Fiori del diavolo). Al di sopra degli ultimi pini cambri si sale lungo ripidi pendii erbosi fino a quando si trova un avvallamento pieno di massi rocciosi. Qui ci si trova davanti alla caratteristica roccia dello scoglio di Richthofen, ben nota al geologi sito di fossili del livello di S.Cassiano. Ci si arriva salendo per un ripido sentiero. Tutt’attorno si trovano resti di postazioni e trincee. Era un posto d’osservazione dal quale si possono distinguere molto bene le antistanti postazioni e zone di assalto italiane. Si scende poi a sud per il sentiero normale. Fino a raggiungere il sentiero che si snoda lungo l’ampia Sella del Sief, m 2211. Benchè teatro di interminabili battaglie, oggi vi si trovano solo scarsi resti di postazioni. Nel 2005 con il progetto Intereg VI e con finanziamenti europei sono state riprestinate alcune trincee e postazioni.
Chi non vuol ritornare, dalla sella si scende attraverso gli ampi pascoli della Malga di Castello e si arriva comodamente ad Andraz, m 1428 ‑ ore 2‑2.30.
Nel 1915 il settore di Livinallongo fu teatro di battaglie particolarmente aspre, il fronte, scendendo dal Mezzodì attraversava la valle del Cordevole nei pressi dei forti austriaci Ruaz e La Corte e proseguiva lungo il Col di Lana, il Monte Sief, la Sella Sief fino al Settsass Edelweiss Stellung e al Sasso di Stria.
Fra il 15 e il 20 luglio iniziarono le prime battaglie attorno al Col di Lana, mentre il 31 gli attacchi italiani si orientarono verso la zona racchiusa tra i forti Ruaz e La Corte. Dal l al 4 agosto gli Italiani si avventarono contro il Col di Lana, difeso da Jáger bavaresi, e dopo un violento corpo a corpo lo conquistarono; ma in seguito ad un contrattacco austriaco dovettero ritirarsi.
Fra il 9 e il 15 dello stesso mese le truppe italiane tentarono, ma inutilmente, di sfondare la linea austriaca fra il Monte Sief e la Sella omonima. La grande offensiva italiana, con il proprio centro tattico attorno al Col di Lana, durò dal 18 al 31 ottobre. In quell’occasione, dal 18 al 26 ottobre, gli attacchi furono diretti contro la Sella Sief, dal 21 al 29 contro le postazioni del Col di Rode, e dal 22 al 29 direttamente contro il Col di Lana (18° e parte della 17° Div. Gli Italiani conquistarono una postazione austriaca avanzata; non furono però in grado di occupare la postazione di vetta, difesa da Kaiserjäger e da un reparto del Corpo Alpino Tedesco.
Il 7 novembre i fanti della 18° Div., dopo un aspro combattimento si impadronirono del Col di Lana. Ma ancora in giornata gli Austriaci, agli ordini dei Cap. Valentini, riuscirono a riconquistare la vetta. Mentre in quasi tutti gli altri settori del fronte l’inverno impediva la prosecuzione delle ostilità, il Col di Lana non conobbe sosta. Intatti tra l’8 e l’11 novembre le operazioni rípresero a ritmo intensificato sia attorno al Col di Lana che attorno alla Sella Sief. La lotta si ripetè il 20 e il 21 novembre 1915 senza che le posizioni subissero variazioni. I soldati delle Brigata «Alpi» e «Calabria» partivano all’assalto uscendo dal cunicoli ricavati nella neve. Il 15 dicembre ebbe luogo l’ultimo assalto di quell’anno.
Il 18 aprile 1916 le truppe italiane, dopo aver fatto esplodere una Mina caricata di kg 5500, assaltarono la vetta principale e la sommità Nord del Col di Lana. La guarnigione austriaca fu decimata (110 morti); i rimanenti 170 uomini furono fatti prigionieri. Il successivo assalto fu bloccato sul crestone del Sief dalle riserve austriache. Il giorno seguente il tentativo austriaco di riconquistare le posizioni perdute fallì.
Il 20 aprile i difensori austriaci si ritirarono dalle postazioni del Col di Lana; nuovo centro focale delle ostilità divennero il Monte Síef e la Sella omonima.
Dal 20 al 24 giugno le truppe italiane s’avventarono contro il fronte austriaco, difeso, da Standschützen di Marebbe, da Kalseräjger e da Bosniachi. In seguito alla grave perdita di uomini, il comando italiano rinunciò all’impiego massiccio di altre truppe.
Una mina italiana, esplosa sul Monte Síef il 6 marzo 1917, non provocò alcun danno agli Austriaci. Fu l’ultima grande operazione di guerra in questo settore.
Gli storici raccontano che le battaglie del Col di Lana uccisero fino a 15.000 soldati.
La notizia è falsa.
Nel sacrario di Salesei sono sepolti 5.409 Italiani. Molti di questi erano trentini di lingua Italiana e alla realizzazione del sacrario, furono identificati in Italiani, mentre in realtà combattevano per l’esercito austro-ungarico.
I documenti ufficiali del ministero della guerra, estratti dai diari dei reggimenti, registrano le seguenti perdite: Morti 2.495 dispersi 1.018 (fra morti e prigionieri) totale 3.513
I Feriti 8.478, i documenti parlano di perdita di uomini validi, includendo morti e feriti, il totale si aggira in 11.991. Inteso come uomini non più validi al combattimento e non solo morti. (Cifra molto lontana da quello che riportano certi storici!!!!)
Ci furono circa 1.600 uomini morti, austro-ungarici-tedeschi, escludendo i feriti.
Molti feriti morivano nel tempo a causa delle conseguenze delle ferite riportate. In qualunque caso fu un massacro.
I documenti ufficiali testimoniano che combatterono sul Col di Lana e dintorni, nei tre anni di guerra almeno 70.000 uomini Italiani , esclusi tutti gli uomini addetti alle artiglierie e sussistenza. Tutt’ora non si ha dati da parte austroungarica.
Escursionisti pratici e sicuri, dalla Sella Sief possono raggiungere direttamente il Col di Lana, m. 2462 ‑ ore 1‑1.30, percorrendo il sentiero N° 21 che, esposto, attraversa il crestone dei Monte Sief (resti di avamposti e caverne crollate). Accanto all’imbuto della mina c’è la piccola cappella. Lungo il sentiero che porta al rifugio si trovano a destra e a sinistra trincee e cunicoli sprofondati come pure resti di fortificazioni.
Mantenendosi sul sentiero contrassegnato, dopo 45 m. si raggiunge, appena al di sopra del limite della vegetazione arborea, la vecchia e stretta rotabile; questa conduce verso il fondovalle. Dopo km 3 si arriva al Rif. Gaetani, m. 1835, e, proseguendo, si scende direttamente verso Pieve di Livinallongo, m 1475, km.
2020 Ⓒ Museo della Grande Guerra "Tre Sassi" Cortina d'Ampezzo